venerdì 26 aprile 2013

Lupus in Fabula -45-

Volley. Azzurra Stampi Italia, il piccolo miracolo di Casette d'Ete targato Marco Pennesi

Giovedì 18 Aprile 2013 11:35
Il patron della Stampi Italia Azzurra Casette, Marco Pennesi, si gode il momento magico delle ragazze arrivate a un passo dai play off: “Un traguardo che non ci eravamo prefissati. Siamo una squadra giovane, di talento, ma inesperta”. E confessa il sogno: "Un palasport, la serie A e Della Valle, magari presidente".

di Raffaele Vitali

SANT'ELPIDIO A MARE - “Sarebbe bello poter giocare in serie A. Sarebbe bello avere un palasport nuovo. Sarebbe bello che Diego Della Valle entrasse in società. Sarebbe bello tutto questo. Ma bello è anche quello che stiamo vivendo, andando oltre ogni aspettativa”.

Il presidente della Stampi Italia Azzurra Casette, Marco Pennesi, si gode il momento magico delle ragazze arrivate a un passo dai play off: “Un traguardo che non ci eravamo prefissati. Siamo una squadra giovane, di talento, ma inesperta”.

Il miracolo ha un nome: Federico Domizioli. “Lasciatemelo dire, e non lo faccio spesso, ma l’allenatore e il suo vice Cardinali hanno fatto un lavoro eccezionale. Prima nella scelta delle giocatrici e poi nella costruzione e crescita della squadra. Se a poche giornate dal termine della stagione possiamo ancora ambire a un posto per salire di categoria, il merito è loro”.

Dei tecnici senza dubbio, ma senza questo uomo focoso, “del resto sono il primo tifoso”, e concreto, “reggo le sorti da 25 anni”, non si parlerebbe di sogni, non si sentirebbe il nome di Casette in giro per l’Italia del volley.

Posto ambito quello in squadra con la maglia dell’Azzurra. I motivi sono tanti, ma ce ne è uno di cui il presidente va fiero: “In Italia quando si parla della nostra società hanno tutti una certezza: magari non pagano tanto come altre piazze, ma pagano sempre e con regolarità. Questo è il nostro biglietto da visita. Unito, chiaramente, ai risultati ottenuti, alla passione dei nostri tifosi”.

Tifosi che dovrebbero assiepare il PalaAzzurra sabato sera contro Perugia. “Sfida difficilissima che giocheremo con lo spirito di chi sta disputando una grande stagione, che non ha nulla da perdere ma ancora qualcosa da guadagnare”.

Con le imprese che fuggono dallo sport, il caso di Pennesi e della sua azienda Melin è più unico che raro. Cosa spinge in tempi di crisi un imprenditore a spendere in qualcosa che non porta guadagni? “Semplicemente la passione. Niente altro. L’amore per l’Azzurra. Questa è una società senza debiti perché se a fine anno i conti non tornano, c’è il presidente che sana. Attorno è cresciuto un gruppo importante di persone che aiutano e fanno andare avanti la macchina, come Longi e Tofoni solo per fare due nomi. Un gruppo affiatato che si ritrova a cena, che va in trasferta, che impegna il proprio tempo per passione”.

Il volley sta sperimentando, come altri sport più pubblicizzati, il dramma delle sparizioni di società. Pennesi ha una sua spiegazione: “Le colpe sono di procuratori e presidenti. Sì, anche nostre. Perché se io offro 15 e un altro 30, ma poi dopo due mesi non paga più, quel presidente sa di aver falsato la stagione. Ma chi controlla? C’è troppa libertà di azione. Bisogna riformare il sistema. Impensabile che l’80% dei costi di una società sia causato dal monte stipendi”.

Il vulcanico patron sogna il palasport, ma è anche conscio che non può essere l’amministrazione comunale a costruirlo: “Abbiamo un ottimo rapporto con i nostri politici. Mezzanotte è stato il primo tifoso di questa squadra, ma ora anche Terrenzi si è appassionato. I soldi non ci sono. Senza l’intervento di un privato il palasport è un sogno irrealizzabile, come il poter giocare in serie superiori. Non resta che attendere, magari Della Valle. Il palazzetto lo costruirà di sicuro, per un impegno nell’Azzurra, che è la prima squadra della Provincia, vedremo. Le porte sono apertissime”.

Porte aperte, ma con un guardiano dagli occhi vigili: Marco Pennesi. Il presidente tutto amore e passione che si sgola per la pallavolo e si impegna nel sociale: “Da anni abbiamo un rapporto ferreo con Admo e Avis. Io stesso sono diventato donatore. Perché non basta parlare, servono esempi concreti. E l'Azzurra Stampi Italia lo fa con giocatori e dirigenti, oltre che con iniziative mirate durante le partite”.

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